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Satana se la ride… Libera nos a malo!

Precedentemente vi abbiamo parlato della visione che papa Leone XIII ebbe durante la messa mattutina del 13 ottobre 1884. L’allora romano pontefice rimase così sconvolto che, una volta tornato nel suo studio, scrisse di suo pugno – prima volta nella storia della Chiesa – il famoso esorcismo da recitare dopo la messa, che nel corso degli anni è stata modificata fino a non essere più inserita nel messale romano promulgato nel 1969.

Una rivista italiana racconta la visione di Leone XIII.
Una rivista italiana racconta la visione di Leone XIII.

Nel 1928 – già da allora si respirava l’aria di ribellione in tutto il clero – qualcuno affermò che questo tipo di preghiere (esorcismo e liberazione dal male) non sono una vera e propria forma liturgica, ma una semplice “devozione privata”, non sarebbe dunque corretto recitarle in pubblico, ma che fosse più appropriato lasciare la facoltà a qualunque battezzato, chierico o laico, di recitarle in privato. Le pressioni aumentarono sempre di più, così si decise di aprire una sessione presso la Congregazione dei Riti che ebbe luogo lo stesso anno, ponendo la questione per l’abolizione. Ma non tutti erano d’accordo.

Uno dei presenti alla riunione, il rev. Franz Brehm, raccontò al liturgista padre Jungmann, che un anziano cardinale si oppose fortissimamente all’abolizione della recita pubblica dell’esorcismo. Il porporato conobbe personalmente Leone XIII, il quale gli confidò di aver inserito l’invocazione a S. Michele Arcangelo non solo contro la massoneria, ma soprattutto per la visione che ebbe il 13 ottobre del 1884. Nel 1928 pochi, pure nella Santa Sede, erano a conoscenza di quella visione. Il cardinale rammentava che il volto dell’allora pontefice, quando gli spiegò il motivo di quella preghiera, era molto emozionato e, addirittura, terrorizzato. Leone XIII, oltre che sentire il “colloquio” fra Nostro Signore e Satana, vide legione di demoni attaccare violentemente la Chiesa, accanirsi brutalmente senza sosta contro di Essa. In seguito a ciò, il papa inserì nel Rituale Romanum la preghiera «contro Satana e gli angeli apostati» (in satanam et angelos apostaticos).

E qui veniamo ad una curiosità, oppure ad un giallo.

Nella redazione originale voluta da Leone XIII, poco prima della sua morte, nel 1903, c’era un passaggio, alquanto misterioso:

Ecclesiam, Agni immaculati sponsam, faverrimi hostes repleverunt amaritudinibus, inebriarunt absinthio; ad omnia desiderabilia ejus impias miserunt manus.

Ubi sedes beatissimi Petri et Cathedra veritatis ad lucem gentium constituta est, ibi thronum posuerunt abominationis et impietatis suæ; ut percusso Pastore, et gregem disperdere valeant.

Questa la traduzione riportata dagli antichi messali:

Ecco la Chiesa, Sposa dell’Agnello Immacolato, saturata di amarezza e abbeverata di veleno da nemici molto astuti; essi hanno posato le loro empie mani su tutto ciò che c’è di più sacro.

Laddove fu istituita la sede del beato Pietro e la cattedra della Verità, là hanno posto il trono della loro abominazione nell’empietà; in modo che colpito il pastore, il gregge possa essere disperso.

Nell’edizione del Rituale romanum dei tempi di papa Pio XI, l’esorcismo era stato inspiegabilmente abbreviato – nel rituale moderno, come sappiamo, non c’è per niente – con l’eliminazione di questa enigmatica, nonché inequivocabile preghiera. Sicuramente questa decisione fu presa per prudenza, per evitare gravi fraintendimenti, ma, col senno di poi, possiamo rilevare che non fu la decisione giusta.

Quale fu l’importanza di ciò che vide Leone XIII?

Il beato Paolo VI, il papa che denunciò l'entrata del fumo di Satana nel Tempio Santo.
Il beato Paolo VI, il papa che denunciò l’entrata del fumo di Satana nel Tempio Santo.

Papa Paolo VI, durante la famosa omelia del 29 giugno 1972, solennità dei santi Pietro e Paolo, affermò di avere la sensazione che «da qualche fessura sia entrato il fumo di Satana nel tempio di Dio».

Papa Benedetto XVI volle l’edificazione in Vaticano di una nuova stata di S. Michele arcangelo vittorioso su Lucifero, che fu benedetta dal suo immediato successore, papa Francesco, il 5 luglio 2013.

Non dimentichiamo che Leone XIII fu il sommo pontefice che approvò le apparizioni mariane di La Salette.

È ancora valido il messaggio escatologico consegnato al 256º successore di Pietro, in cui si annunciano non solo castighi per l’umanità, ma persino la crisi nella Chiesa, il tumore dell’apostasia, l’opera satanica fra le sue membra?

Nel 2017 celebreremo il centenario delle apparizioni mariane a Fatima. La Madonna lasciò un messaggio drammatico, ma pieno di speranza: «Alla fine il mio Cuore Immacolato trionferà».

IPSE DIXIT
«Non dobbiamo pensare anche a quanto Cristo debba soffrire nella sua stessa Chiesa? […] Quanta sporcizia c’è nella Chiesa, e proprio anche tra coloro che, nel sacerdozio, dovrebbero appartenere completamente a lui! Quanta superbia, quanta autosufficienza! […] Signore, spesso la tua Chiesa ci sembra una barca che sta per affondare, una barca che fa acqua da tutte le parti. […] Con la nostra caduta ti trasciniamo a terra, e Satana se la ride, perché spera che non riuscirai più a rialzarti da quella caduta; spera che tu, essendo stato trascinato nella caduta della tua Chiesa, rimarrai per terra sconfitto. Tu, però, ti rialzerai. Ti sei rialzato, sei risorto e puoi rialzare anche noi. Salva e santifica la tua Chiesa» (Via Crucis del 2005. Nona stazione: Gesù cade per la terza volta. Meditazioni scritte dal cardinale Joseph Ratzinger).

Copyright 2014 © By La Strega Cacciatrice (26 luglio 2014)


Ci ha scritto un lettore per una correzione che andremo subito a pubblicare a seguire. Grazie di cuore, Ave Maria

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Vi segnalo un’errata traduzione nel vostro articolo https://oracolocooperatoresveritatis.wordpress.com/2014/07/26/satana-se-la-ride-libera-nos-a-malo/ la corretta traduzione di Ecclesiam, Agni immaculati sponsam, faverrimi hostes repleverunt amaritudinibus, inebriarunt absinthio; ad omnia desiderabilia ejus impias miserunt manus. Ubi sedes beatissimi Petri et Cathedra veritatis ad lucem gentium constituta est, ibi thronum posuerunt abominationis et impietatis suæ; ut percusso Pastore, et gregem disperdere valeant.

è in effetti Ecco la Chiesa, Sposa dell’Agnello Immacolato, saturata di amarezza e abbeverata di veleno da nemici molto astuti; essi hanno posato le DI LUI empie mani su tutto ciò che c’è di più sacro. Laddove fu istituita la sede del beato Pietro e la cattedra della Verità, là hanno posto il trono della SUA abominazione ed empietà; in modo che colpito il pastore, (ESSI) POSSANO DISPERDERE IL GREGGE il soggetto del “di lui” e “sue” è il “draco maleficus” Aggiungo un articolo che ne parla (e ne confermo la traduzione: dizionario alla mano, quella corretta è quella di gloria.tv)

Con stima ed affetto…… (***)

ECCO IL TESTO CORRETTO

Importante chiarificazione sull’esorcismo originale di Leone XIII “In Satanam et angelos apostaticos”

Da uno stimato follower del canale Tempi di Maria che dichiara di recitare quotidianamente e in latino l’orazione originale dell’esorcismo di San Michele Arcangelo composta dal Pontefice Leone XIII (In Satanam et angelos apostaticos), ricevouna correzionesulla traduzione in italiano della misteriosa sezione dell’esorcismo spesso riportata su blog e canali social cattolici (e di recente da Antonio Socci in questo articolo da me ripubblicato sul canale Socci: “Le profezie che indicano il tempo e il luogo della manifestazione dell’Anticristo sono inquietanti”) che riguarda l’attaccodel “draco maleficus” contro la “Sede del Beatissimo Pietro” e la “Cattedra della Verità”,preannunciandone l’azione oscura nel supremo sforzo per annientare la Chiesa Cattolica stritolandola con le sue spire.

Pubblico volentieri (e grato all’amico per la segnalazione)
la preghiera corretta con alcune sue note esplicativeche palesano la non “poca importanza” di questi ritocchi.

* * *

Il testo latino della preghiera recita testualmente:

«Ecclésiam, Agni immaculáti sponsam, favérrimi hostes replevérunt amaritudínibus, inebriárunt absínthio; ad ómnia desiderabília ejus ímpias misérunt manus.

Ubi sedes beatíssimi Petri et Cáthedra veritátis ad lucem géntium constitúta est, ibi thrónum posuérunt abominatiónis et impietátis suæ; ut percússo Pastore, et grégem dispérdere váleant
».

E questo è il testocorrettamente tradotto in italianodal latino (confrontate questa versione con quella errata riportata in questo articolo Socci: “Le profezie che indicano il tempo e il luogo della manifestazione dell’Anticristo sono inquietanti”):

«Nemici astutissimi hanno riempito di amarezze la Chiesa, sposa dell’Agnello immacolato, l’hanno ubriacata di assenzio; a tutte le cose desiderabili hanno posto la sua empia mano (del draco maléficus).

Dove fu istituita la Sede del beatissimo Pietro e la Cattedra della Verità, hanno posto il trono della sua (del draco maléficus) abominazione ed empietà, così che colpito il pastore, (essi) possano disperdere il gregge».

* * *

Glossa opportunamente l’amico:

«L’assenzio non è un veleno ma una bevanda alcolica, che mi risulta essere di amarissimo sapore, capace di produrre non solo ubriachezza ma, nel lungo termine, anche demenza.

La corretta traduzione di ejus è “di lui” (o volendo “sue”) non “loro”, così come “sue” e non “loro” è la corretta traduzione di suæ. La corretta traduzione di “valeant” è “possano”.

Il singolare al posto del plurale indica che il soggetto del periodo non sono i “nemici astutissimi”, ma il draco maléficus (ossia il “draco ille magnus, sérpens antíquus, qui vocatur diábolus et sátanas” come precedentemente descritto)».

Precisa ancora l’amico, concludendo:

«La differenza è sostanziale, in quanto la traduzione corretta richiama quanto descritto da padre Malachi Martin (nel libro “Windswept house – A Vatican Novel”) a proposito dell’intronazione di satana in vaticano nel 1963 (nella Cappella Paolina che, fatalità, sembra essere stata riconsacrata dal Santo Padre Benedetto XVI, con la scusa dei lavori che vi aveva fatto eseguire).

Qui un paio di link sul tema: Intronizzazione di Satana in Vaticano nel 1963 e padrepioandchiesaviva.com .

Non garantisco che quanto riportato dagli articoli (o anche solo da padre Malachi Martin) sia vero, però sarebbe in armonia con quanto conosciamo della visione di Sua Santità Leone XIII e con la traduzione corretta della preghiera».