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Le apparizioni di Debora a Manduria non sono riconosciute

Veggente Debora di Manduria, non è riconosciuta!

«Le asserite esperienze mistiche sono da ritenersi non autentiche… per la non autentica rispondenza del contenuto dei presunti fenomeni ai criteri ecclesiali del culto alla Santa Madre di Dio».

In fondo all’articolo la bellissima Lettera di un Sacerdote che risponde agli interrogativi su questi temi….

La posizione dei vescovi della diocesi di Oria, a proposito dei fenomeni legati a Debora Moscogiuri (Marasco), è stata, nel corso degli anni, espressa attraverso Note e Dichiarazioni ufficiali, a cominciare dalla NOTA INFORMATIVA diffusa dalla Curia di Oria il 22 febbraio 2002, secondo la quale i fenomeni di cui Debora è protagonista “non sono degni di alcuna fiducia e credibilità, quanto piuttosto “spettacoli da baraccone” che illudono i fedeli e li allontano dalla vera fede”.
La Curia Vescovile di Oria, a proposito delle presunte apparizioni della Beata Vergine Maria, lacrimazioni di sangue o trasudazioni di olio da statue con al centro la signorina Debora Moscagiuri (o Marasco)afferma: “Nella suddetta signorina e nelle persone coinvolte, non vi è infatti alcun segno di comunione con la Chiesa, nè obbedienza al vescovo e al Magistero”.
Nella nota si nega, inoltre, l’autorizzazione a celebrare riti sacri o amministrare sacramenti nel luogo dove si verificherebbero le apparizioni: “Pertanto nessuno è autorizzato a celebrare riti sacri o amministrare sacramenti dove si verificherebbero le presunte apparizioni. Laddove risultano pellegrinaggi verso questi luoghi si istruiscano debitamente i fedeli”.
Successivamente, la curia vescovile di Albano, in occasione della presenza di Debora nel territorio della diocesi, come ospite di un istituto religioso per una riunione di preghiera, ha emanato, il 24 maggio 2006, un COMUNICATO in cui si invitano i fedeli a attenersi alla dichiarazione emanata nel 2002 da Mons. Marcello Semeraro, già vescovo della Diocesi di Oria.
Il 23 gennaio 2012 Mons. Vincenzo Pisanello, vescovo di Oria, confermando e portando a conclusione le direttive dei suoi predecessori pubblica una DICHIARAZIONE in cui ribadisce che “Le asserite esperienze mistiche sono da ritenersi non autentiche”, proibisce a Debora Marasco la divulgazione delle apparizioni o messaggi, pena l’interdetto latae sententiae. Proibisce ai sacerdoti e laici “qualsiasi atto di culto nei contesti che fanno riferimento alla signora marasco” e ai fedeli di aderire alle associazioni facenti capo alla veggente.

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