Pubblicato in: oracolo, strega

Il “volto umano” dell’Anticristo

Vladimir Sergeevič Solov’ëv (1853-1900), scrittore russo-ortodosso, descrisse con straordinaria preveggenza il modo in cui l’Anticristo, nel XX secolo, avrebbe conquistato il mondo intero e come avrebbe ingannato la maggioranza degli uomini di Chiesa. L’opera I tre dialoghi e i racconti dell’Anticristo furono “riscoperti” dal compianto cardinale Giacomo Biffi.

L’unico film su Gesù Cristo pienamente cattolico è La Passione di Cristo di Mel Gibson. Vi sono però alcune scene degli altri film su Nostro Signore che possono essere utili per fare della sana e buona apologetica. Per esempio, nel film La più grande storia mai raccontata, un film del 1965 di George Stevens, è molto interessante la scena dell’incontro, diciamo così, fra Gesù e un “vecchio” nel deserto.

Il vecchio in questione è un molto gentile, affabile, alla mano, e si dimostra molto premuroso nell’aiutare Gesù a risolvere il suo problema dell’avere fame, dopo quaranta di digiuno. Con molta semplicità, con tono risolutore, non certamente provocatorio, indicando alcune pietre, propone al Signore, di trasformale in pane. Chi ha letto – oggigiorno non è così scontato – il Vangelo conosce la risposta del Signore: «Non di solo pane vive l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio».

In questo modo il diavolo riesce a ingannarci: facendoci credere di essere il più buono e più il caritatevole di tutti, mostrandosi come la migliore delle “brave persone”.

Commentando le tentazioni al Signore, nel primo tomo del suo monumentale Gesù di Nazaret, papa Benedetto XVI scrive: «Il tentatore non è così rozzo da proporci direttamente di adorare il diavolo. Ci propone soltanto di deciderci per ciò che è razionale, per la priorità di un mondo pianificato e organizzato, in cui Dio, come questione privata, può avere un suo posto, ma non deve interferire nei nostri propositi essenziali. Solov’ev attribuisce all’Anticristo un libro, “La via aperta alla pace e al benessere del mondo”, che diventa per così dire la nuova Bibbia e ha come contenuto essenziale l’adorazione del benessere e della pianificazione razionale» (“Gesù di Nazaret”, Tomo I, 2007, Ed. Rizzoli).

Vladimir Sergeevič Solov’ëv

È interessante notare che nel 2007, anno di pubblicazione del primo volume, pochi mesi prima, il 27 febbraio, il compianto cardinale Giacomo Biffi (1928-2015), curando gli esercizi quaresimali al Pontefice e alla Curia Romana ha riflettuto su L’ammonimento profetico di Vladimir S. Solov’ëv.

L’arcivescovo emerito di Bologna si riferiva ad un romanzo di Vladimir Sergeevič Solov’ëv (1853-1900) intitolato I tre dialoghi e il racconto dell’Anticristo. Un testo attualissimo e più che mai profetico, nonché “testamento spirituale” di Solov’ëv, essendo stato stampato l’anno della sua morte. Ricordando le parole profetiche del filosofo russo, l’“italiano cardinale” aveva ribadito avvertimenti già detti – ma ignorati – durante il Giubileo del 2000: «Soprattutto è stupefacente la perspicacia con cui descrive la grande crisi che colpirà il cristianesimo negli ultimi decenni del Novecento, crisi che Solov’ëv vede come l’Anticristo che riesce a influenzare e a condizionare un po’ tutti, quasi emblema, ipostatizzazione della religiosità confusa e ambigua di questi nostri anni. L’Anticristo un sarà “convinto spiritualista”, un ammirevole filantropo, un pacifista impegnato e solerte, un vegetariano osservante, un animalista determinato e attivo».

Come se non bastasse, ironizzava il cardinale Biffi, quell’Anticristo sarà «anche un esperto esegeta: la sua cultura biblica gli propizierà addirittura una laurea honoris causa a Tubinga. Soprattutto, si dimostrerà un eccellente ecumenista, capace di dialogare “con parole piene di dolcezza, saggezza ed eloquenza”. Convocherà un concilio ecumenico e cercherà il consenso di tutte le confessioni cristiane concedendo qualcosa ad ognuno».

È sorprendente anche il fatto che, ne I tre dialoghi e il racconto dell’Anticristo – oltre che di un concilio ecumenico – si parli anche degli “stati uniti d’Europa”, di cui l’Anticristo ne diventerà il presidente.

«L’insegnamento lasciatoci dal grande filosofo russo – disse il cardinale Biffi – è che il Cristianesimo non può essere ridotto ad un insieme di valori. Al centro dell’essere cristiani c’è infatti l’incontro personale con Gesù Cristo».

L’arcivescovo emerito di Bologna spiegò che se i cristiani si «limitassero a parlare di valori condivisibili saremmo ben più accettabili nelle trasmissioni televisive come nei salotti. Ma così avremmo rinunciato a Gesù, alla realtà sconvolgente della Risurrezione».

Quei “valori comuni” (umanitarismo, buonismo, ecologismo, etc…) che il mondo vuole imporre alla Chiesa mirano alla distruzione dei “principi non negoziabili”, quei principi che sono sì comuni a tutti gli uomini perché rammentano il primato di Dio, essendo Egli il padrone della vita e della morte.

Giacomo Biffi
Giacomo Biffi

Per il cardinale Biffi è questo il «pericolo che i cristiani corrono nei nostri tempi», poiché «il Figlio di Dio, non è traducibile in una serie di buoni progetti omologabili con la mentalità mondana dominante».

«Tuttavia tutto ciò non significa una condanna dei valori, che tuttavia vanno sottoposti ad un attento discernimento. Ci sono, infatti, valori assoluti come il bene, il vero, il bello. Chi li percepisce e li ama, ama anche Cristo, anche se non lo sa, perché Lui è la verità, la bellezza, la giustizia. […] Ci sono valori relativi come la solidarietà, l’amore per la pace e il rispetto per la natura. Se questi si assolutizzano, sradicandosi o perfino contrapponendosi all’annuncio del fatto salvifico, allora questi valori diventano istigazioni all’idolatria e ostacoli sulla strada della Salvezza. […] Se il cristiano per aprirsi al mondo e dialogare con tutti, stempera il fatto salvifico, preclude la sua connessione personale con Gesù e si ritrova dalla parte dell’Anticristo».

L’Anticristo, molto furbamente, non si mostrerà nemico del cristianesimo, anzi nei confronti di Gesù – scrisse Solovev – non avrà «un’ostilità di principio», anzi ne apprezzerà l’altissimo insegnamento. Ma non potrà sopportarne – e perciò la censurerà – la sua assoluta «unicità», la sua Divinità; pertanto non si rassegnerà ad ammettere e a proclamare che egli sia risorto e oggi vivo.

Per cui, cercando di applicare le “grandi riforme” che il mondo pretende in nome della pace e della fratellanza, rivoluzionerà il messaggio cristiano con tre mutamenti essenziali:

  1. la fede diventerà sentimentalismo umanitario, facendo della filantropia fine a se stessa l’unico vero agire del “fedele”;
  2. il Vangelo diventerà semplicemente il racconto di un uomo che ha cercato di far sì che gli uomini, indipendente dal credo religioso e culturale, si volessero bene e vivessero felici e contenti;
  3. la Chiesa diventerà la più grande ONG del mondo, senza sacramenti ma prodiga di incontri ecumenici e spirituali in cui si “cenerà” tutti insieme.

Solov’ëv formulò che «le masse lo seguiranno, tranne dei piccoli gruppetti di cattolici, ortodossi e protestanti». E quei “gruppetti” «incalzati dall’Anticristo», così gli spiegheranno il motivo del loro rifiuto: «Tu ci dai tutto, tranne ciò che ci interessa: Gesù Cristo».

«Oggi, infatti, corriamo il rischio di avere – concluse il grande cardinal Biffi – un Cristianesimo che mette tra parentesi Gesù con la sua Croce e Risurrezione».

Insomma, l’Anticristo convincerà tutti – escluso il “piccolo gregge” di montiniana memoria [1] – di essere il Cristo stesso. I più, vescovi compresi, sicuri di adorare Cristo, finiranno con l’adorare l’Anticristo.

Non c’è da stupirsi che Giacomo Biffi sia stato il primo cardinale a dare risolto alle profezie dimenticate e ignorate di Solov’ëv. Il cardinale, infatti, essendo un grande studioso di Sant’Ambrogio, sicuramente conosceva bene due profezie del grande vescovo milanese, risalenti al 400 d.C., anch’esse dimenticate e ignorate:

  • «L’Anticristo sarà preceduto dall’emblema della falce e del martello».
  • «L’Anticristo userà la Sacra Scrittura stessa per dimostrare di essere lui, il Cristo».

BIBLIOGRAFIA:
I tre dialoghi e i racconti dell’Anticristo (Vladimir Solov’ëv, 1900);
Pinocchio, Peppone, l’Anticristo e altre divagazioni (Giacomo Biffi, 2005);
Antichrist (Yves Dupont, 1975);
Catholic Prophecy (Yves Dupont);
The Prophets And Our Times (Fr. Gerald Culleton);
Trial, Tribulation and Triumph (Desmond A. Birch).

NOTE

1] «C’è un grande turbamento in questo momento nel mondo della Chiesa, e ciò che è in questione è la fede. Capita ora che mi ripeta la frase oscura di Gesù nel Vangelo di san Luca: “Quando il Figlio dell’Uomo ritornerà, troverà ancora la fede sulla Terra?”. Capita che escano dei libri in cui la fede è in ritirata su punti importanti, che gli episcopati tacciano, che non si trovino strani questi libri. Questo, secondo me, è strano. Rileggo talvolta il Vangelo della fine dei tempi e constato che in questo momento emergono alcuni segni di questa fine. Siamo prossimi alla fine? Questo non lo sapremo mai. Occorre tenersi sempre pronti, ma tutto può durare ancora molto a lungo. Ciò che mi colpisce, quando considero il mondo cattolico, è che all’interno del cattolicesimo sembra talvolta predominare un pensiero di tipo non cattolico, e può avvenire che questo pensiero non cattolico all’interno del cattolicesimo diventi domani il più forte. Ma esso non rappresenterà mai il pensiero della Chiesa. Bisogna che sussista un piccolo gregge, per quanto piccolo esso sia» (Papa Paolo VI, 7 settembre 1977, in “Paolo VI segreto”, Jean Guitton, San Paolo, 1981)